Economia e territorio nell’Adriatico centrale tra tarda Antichità e alto Medioevo (IV-VIII secolo)

Richiesta di contributi

Economia e territorio nell’Adriatico centrale tra tarda Antichità e alto Medioevo (IV-VIII secolo)

Parole Chiave: Paesaggio, Cultura materiale, Archeologia, Adriatico

La stabilità economica e il nuovo assetto politico e istituzionale dell’impero, determinate dalle riforme di Diocleziano, culminano in una grave crisi subito dopo la morte di Costantino il grande (337).

L’Italia, contesa dagli eredi dell’imperatore, inizia un complesso periodo di trasformazione economica e culturale che si manifesta inizialmente con una forma diffusa di recessione nelle forme di occupazione del territorio. Gli insediamenti urbani e rurali mostrano segnali di destrutturazione e di crisi. Nei decenni successivi, le ondate di popoli provenienti dall’Europa settentrionale e orientale interrompono ancora di più l’unità politica dell’Impero, solo in parte riequilibrata dopo la guerra greco-gotica, al prezzo di devastazioni di molti centri urbani e di abbandoni in numerosi siti del territorio interessato dai continui scontri militari.

Questi eventi, che determinano un inevitabile indebolimento del presidio dell’uomo sul territorio, vanno a inserirsi nell’ambito di una fase di recrudescenza climatica e ambientale che in molti casi provoca la crisi o il collasso del sistema di infrastrutture territoriali antiche. In molti casi, infatti, i corsi d’acqua non più regimentati riprendono a modellare il paesaggio che in generale tende a tornare verso forme più naturali e meno organizzate. Eventi bellici, declino sociale politico e istituzionale, mancanza di un potere centrale o locale capace di governare il cambiamento, sono tutti elementi che concorrono all’evoluzione del paesaggio medio-adriatico in questa particolare circostanza storica.

Verso la fine del VI secolo inoltre, l’arrivo dei Longobardi, divide definitivamente l’Italia in due, dando inizio a nuovi tipi di insediamento e a diverse forme di sfruttamento delle campagne e delle città sopravvissute al tracollo del sistema urbano e territoriale antico.

C’è da chiedersi quanto questa frammentazione politica abbia avuto ripercussioni sul paesaggio.

Nei due secoli successivi si completa questo processo di trasformazione, anche se l’archeologia fatica ancora a definire le caratteristiche della nuova cultura materiale.

Le ricerche sul campo degli ultimi anni stanno riportando alla luce nuove testimonianze che consentono di tracciare un quadro più completo di questo importante periodo storico, al centro del dibattito negli ultimi decenni.

Tra gli indicatori archeologici più analizzati si impone sempre maggiormente la ceramica. In recenti incontri si è sottolineata anche l’importanza delle produzioni vascolari più comuni (Le forme della crisi, Spoleto 2012) oltre alle ceramiche fini da mensa e ai contenitori da trasporto che in passato era state prese in esame con più insistenza.

Archeologi e storici riconoscono ormai l’importanza di questo prodotto per ricostruire i quadri economici e sociali soprattutto in quei periodi in cui le fonti scritte sono più scarse. Necessaria è però anche l’analisi delle forme insediative e delle tecniche di costruzione che cambiano decisamente rispetto a quelle del mondo romano.

L’Adriatico centrale, con i territori che si affacciano sul versante italiano che in quello croato, sono interessati da fenomeni di trasformazioni simili almeno fino all’invasione longobarda dell’Italia e dell’Istria. Le relazioni così strette tra le due sponde hanno garantito da sempre influenze culturali dirette. Le produzioni artigianali e le forme di insediamento per molti aspetti seguono linee comuni.

In questo incontro intendiamo analizzare questi fenomeni di trasformazione nelle zone in cui la ricerca si è soffermata poco per quel che riguarda i secoli che corrono tra il IV e l’VIII.

Uno degli obiettivi principali è quello di mettere a confronto il fenomeno delle nuove produzioni locali e regionali sia in Italia che in Croazia e di verificare il grado di incidenza dei prodotti di importazioni dalle province orientali e dall’Africa del nord. Se infatti sappiamo che a partire dal IV secolo la loro distribuzione è sempre più ristretta, solo in parte queste produzioni verranno sostituite da prodotti locali di imitazione o da nuove forme vascolari. Nuovi repertori si affermano soprattutto per quel che riguarda la ceramica di uso domestico. È un lungo processo che interessa il Mediterraneo in modi simili ma con forme differenti. Anche le forme e le scelte insediative cambiano parzialmente rispetto al passato e le comunità urbane e rurali si organizzano secondo modelli diversi. Sia le nuove che le vecchie aristocrazie investono in altre forme di manifestazione del loro potere e i vecchi apparati monumentali iniziano a essere abbandonati e smantellati, o rioccupati secondo nuove esigenze.

Le recenti ricerche sembrano indicare che questi fenomeni sono influenzati direttamente dalle continue trasformazioni politiche e dalle diverse influenze economiche e culturali che caratterizzano le zone occupate dai barbari rispetto a quelle sotto il controllo romano-bizantino.

Questo incontro è un’occasione per condividere i risultati degli ultimi anni di ricerche sul campo lungo le regioni adriatiche centrali comprese tra le due sponde dell’Adriatico centrale. Il nostro invito è aperto a tutti i ricercatori che si occupano o si sono occupati di queste tematiche negli attuali territori costieri di Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Dalmazia.

Saranno presi in esame attraverso sintesi regionali e attraverso la presentazione di singoli contesti di studio, le forme degli insediamenti e gli aspetti delle produzione e della circolazione tra le due spone dei prodotti ceramici e di tutti i prodotti artigianali, in questo periodo di crisi, tra le due sponde dell’Adriatico.

Sono previste sessioni di relazione e verrà dato un ampio spazio ai poster, che verranno presi in esame anche durante le discussioni in aula.

Si richiede ai partecipanti alle sessioni di inviare un riassunto di circa tre cartelle degli interventi (2000 caratteri ognuna) da far circolare tra gli organizzatori delle sessioni e i partecipanti alla tavola rotonda. I riassunti devono essere inviati al seguente indirizzo:

economia&territorio@gmail.com

Negli atti del convegno è prevista la pubblicazione sia degli interventi che dei poster.

Il Comitato Organizzatore:

Enrico Cirelli, Enrico Giorgi, Giuseppe Lepore

Università di Bologna – Dipartimento di Storia Culture Civiltà

Share Button

Related posts

Leave a Comment