In ricordo di Lidia Paroli

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Soprintendenza Speciale per i beni Archeologici di Roma
British School at Rome

Roma 11-13 Novembre 2013

11 novembre 2013 ore 18,00 – The British School at Rome, Sainsbury Lecture Theatre, via Gramsci 61 Roma;
13 novembre 2013 ore 16,00 – Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo, Sala conferenze, largo di Villa Peretti 1 Roma.

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La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e la British School at Rome hanno organizzato due incontri scientifici in ricordo di Lidia Paroli.
Con questa iniziativa le due istituzioni intendono onorare la memoria della persona e della studiosa, il lungo lavoro da lei svolto come archeologa della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Ostia, poi di Roma, la fruttuosa collaborazione con la British School at Rome e la Southampton University nelle ricerche a Portus.

Pensare a Lidia Paroli come ad una delle maggiori figure dell’archeologia tardoantica e altomedievale non rende conto della molteplicità di interessi e dell’entusiasmo che poneva in ogni sua ricerca e che tanto bene infondeva a chi ha avuto il piacere di lavorare con lei.
Lidia prima di essere un’abile archeologa era una persona di umanità straordinaria con la rara capacità di infondere il suo sapere e le sue riflessione in maniera estremamente chiara e senza superbia. Chi ha lavorato con lei ricorda con piacere le sue acute osservazioni, quando, con le immancabili scarpette rosse, si aggirava con fare indagatorio negli scavi di Porto. Pur non essendo una vera “archeologa da campo”, Lidia possedeva quel raro intuito che le consentiva di cogliere i punti nodali racchiusi in una sequenza stratigrafica. Questa sagacia che caratterizza l’operato di Lidia affonda le sue radici in un rigore che ha contraddistinto ogni suo lavoro e che forse trova origine nella sua tesi di laurea sull’edizione critica di alcuni frammenti di Menandro da Ossirinco.
L’attività di schedatura, condotta in gioventù presso il Museo dell’Altomedioevo di Roma, ha portato Lidia a cimentarsi per la prima volta con manufatti di epoca altomedievale. Ai primi anni ’80 del ‘900 risale l’inizio dei suoi studi sulla scultura altomedievale e sulla cultura materiale delle necropoli longobarde in Italia centro-settentrionale, coronati con importanti pubblicazioni.
L’approccio a tutto tondo che rappresenta uno dei tratti salienti della figura di Lidia, l’ha avvicinata agli straordinari contesti ceramici che in quegli stessi anni venivano alla luce durante gli scavi della Crypta Balbi. Terminato il suo orario di lavoro al Museo dell’Altomedioevo, in cui aveva preso servizio nel 1981, Lidia andava a “tuffarsi” nei magazzini della Crypta per studiare la Forum Ware e le altre produzioni ceramiche medievali.
Il “territorio” entra nel mondo di Lidia quando arriva ad Ostia Antica e Porto. Lo scavo della basilica di Pianabella costituisce infatti il primo passo verso l’analisi stratigrafica di complessi basilicali di cui il recente volume, curato con Mauro Maiorano, sulla Basilica Portuense viene a sottolineare il naturale punto di arrivo. Le ricerche condotte a partire dagli anni Novanta nei porti di Claudio e Traiano hanno consentito di esaminare le trasformazioni socio-economiche che dalla prima età imperiale sino al medioevo, hanno interessato il centro portuale, facendo nuova luce sui rapporti tra Roma, Ostia e Porto. L’ampiezza di vedute di Lidia ha portato nel progetto portuense differenti Istituzioni e singoli specialisti. In questo quadro è nata e cresciuta la ricca collaborazione con il gruppo della British School at Rome e della Southampton University. Lidia è stata in questo l’artefice di un’archeologia “globale” molto spesso invocata ma più raramente praticata. La consapevolezza dei propri limiti è forse in definitiva il maggior pregio di Lidia e la lezione che ha trasmesso a tutti coloro che hanno incrociato il suo cammino.

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